Perso qualcosa?

lunedì 4 marzo 2013

The Mayan Factor

Ovvero, il gruppo che avreste potuto amare.
I Mayan Factor, tali Ray (Ray-Ray) Schuler alla chitarra ritmica e la melanconica voce.

Brian Scott, alla chitarra principale; dal 2008 verrà poi sostituito - nell'ultimo album, Yesterday's Son, suona Johnny.
Kevin Baker è il bassista, e a completare la parte ritmica troviamo Chuck Jacobs, che si occupa anche dei cori
Nati nel 2002 in quel di Baltimora, Maryland, hanno pubblicato il loro primo album nell'anno successivo, nel 2003: In Lake'ch. Otto tracce di alternative rock, ma anche ballade e folk. A concludere il disco Una cover di Riders on the Storm, dei Doors, che esplode in un pezzo cross over rievocando tutti i suoni ispiratori dell'album.
Ci tengo a sottolineare la dolcezza di Beauty and the Beast, la quarta traccia.
 Fame: never goes your way. Pain: never goes away... Say: I'll be here tomorrow... For today.
Questo il chorus, che trovo struggente come pochi, alla luce del presente.

In Lake'ch, 2003                                                                                                                     44, 2005


Facciamo un balzo in avanti, fino al 2005, anno di 44
La prima traccia è To Kill A Priest ed ha un'intro con chitarra acustica e percussioni tribali, sotto ad una cantilena che sembra una sorta di mantra, o quanto più di simile possa ricondurre ai personaggi mistici che troviamo sulle copertine degli album. Poi inizia il cantato e il gruppo al completo dà subito sfoggio di progressi, rivelando un ottimo pezzo.
The Terrorist è una hit radio fatta e finita, il tormentone TicTicBoom che entra in loop dal momento in cui la ascolti. Può sembrare una canzone di protesta, ma poco importa. L'importante è che è un bel pezzo rock, con un bel testo, cantato bene e con un bel solo finale che a me ha ricordato i Tool.
Propaganda è un pezzo con le stesse credenziali, un po' più sottotono, mentre Hopi Helders e Ventriloquist sono ballade più lente e easy listening. Stesso discorso per Gosia, dove si strizza l'occhio ai Goo Goo Dolls. Personalmente adoro Ventriloquist, fra le tre.
La traccia numero sette è un arpeggio strumentale intitolato Yesterday's Son. Scorre via senza dire nulla, ma ha un titolo familiare.
Con Bondage si torna a a fare l'eco ai Tool, con un bel pezzo cupo e rabbioso al punto giusto. Rimangono quattro tracce, e se A Red Gone Blue e Self Storage starebbero bene nella rotation delle radio, Recon e Jack Nicholson non sono da meno. Quest'ultima sembra ispirata a Shining. Bella e struggente.

    L'album è un successo di nicchia, i concerti non mancano affatto, la risposta del pubblico caldo nemmeno.       
    Intanto si registra, fino a quando, nel 2011, Ray-Ray ci abbandona. Muore l'otto di febbraio.
    Lasciamo perdere perché mi viene da pensare a quanti figli di puttana invecchiano in questo mondo,
    mentre una perla di ragazzo come Ray Shuler debba morire.

   Un anno dopo viene annunciato dai componenti della band che esiste una sessione vocale registrata di
   Ray-Ray, che ci stanno lavorando, che uscirà l'ultimo capitolo dei Mayan Factor.

Yesterday's Son, 2012

In concomitanza con la fine del mondo, predetta -dicheno i midia- dai Maya per il 21.12.2012, Johnny, Kevin e Chuck decidono di regalarci 'sta chicca: Yesterday's son.
A parte che nel sentir Preachers Daughter quasi mi viene da piangere pensando a Ray, sono sette tracce davvero ben riuscite, per quel che si poteva fare. Probabilmente non ai livelli di 44 e in Lake'ch, ma sono i Mayan Factor, e si sente. un gruppo forte, caratteristico; chiamateli folk, se volete, ma sono caldi, entrano nel cuore.
Forse le mie preferite dell'album sono Parabellum e Dead Leaves, ma rispetto agli altri due l'ho sentito ancora troppo poco.


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